Monday 29 April 2013

COREA DEL NORD: PUÒ UNA TRADUZIONE PORTARE AD UNA GUERRA NUCLEARE?




Potresti aver incontrato in passato aneddoti di politica “lost in translation”, ma è possibile che stiamo assistendo ad uno di questi al momento? Una traduzione errata di una dichiarazione fondamentale della Corea del Nord, anche se presunta, potrebbe essere dietro alla crescente tensione tra Corea del Nord, Corea del Sud e Stati Uniti.

È stato riportato attraverso i media internazionali che la Corea del Nord è entrata in uno “stato di guerra” con la Corea del Sud e il suo alleato, gli USA. Secondo Scott Creighton, in un articolo scritto per Global Research, questo è falso.

Egli infatti afferma che la dichiarazione di “stato di guerra” fatta dalla Corea del Nord, è piuttosto una dichiarazione di supporto per qualsiasi decisione debba essere presa dal “Governo, dai partiti politici e dalle organizzazioni della Repubblica Democratica Popolare di Corea”. La dichiarazione in cui viene affermato che il Paese dichiarerà lo stato di guerra, in seguito alla decisione dei suoi leader significa semplicemente che la gente supporta Kim Jung Un.

La settimana scorsa e questa hanno visto la campagna di propaganda coreana alzare la posta e Creighton vuole mostrare che non c’è alcuna “crisi”, ma che questa è semplicemente la continuazione dell’effetto della propaganda di guerra. Allora perché tutto questo caos? Sembra che la Corea del Nord abbia fatto le seguenti dichiarazioni attraverso l’agenzia di stampa statale, Korean Central News Agency:

 “Da questo momento in poi, le relazioni della Corea del Nord entreranno in uno stato di guerra e tutti i problemi sorti tra Nord e Sud saranno affrontati di conseguenza” (Ria Novoski)

 “Ora che le forze rivoluzionarie armate della Corea del Nord sono entrate effettivamente in azione, le relazioni tra le due Coree sono entrate di conseguenza in uno stato di guerra” (Huffington Post)

 “Da questo momento in poi, le relazioni Nord-Sud entreranno in uno stato di guerra e tutti i problemi sorti tra il Nord e il Sud saranno affrontati di conseguenza” (Reuters attraverso Prison Planet)

Ogni canale di notizie, da Fox News alla CNN, ha preso queste dichiarazioni come un dato di fatto... e ha sviluppato il discorso di conseguenza.



Comunque, Creighton pensa che le dichiarazioni potrebbero non essere vere, ma siccome nessun canale fornisce un link della fonte di tali dichiarazioni, ciò non può essere provato. Inoltre, la dichiarazione non è fatta dal Governo nordcoreano, ma “dal Governo, i partiti politici e le organizzazioni della Repubblica Democratica Popolare di Corea”: dunque non è una dichiarazione di guerra, ma semplicemente mostra la considerazione che la gente in Corea ha nei confronti delle azioni della Corea del Sud e degli Stati Uniti.

Inoltre, le dichiarazioni trasmesse potrebbero persino non essere state tradotte accuratamente dall’originale! Ria Novosti nota l’errore che AFP ha commesso e per cui ha dovuto ritrattare, definendo la traduzione “sbagliata”.

La dichiarazione originale della Corea del Nord, apparentemente, poneva la’accento sul fatto che il Paese avrebbe agito “secondo le leggi di guerra” se attaccato, e che da quel momento, le relazioni della Corea del Nord sarebbero entrate in uno stato di guerra.

Questo significa che la Corea del Nord è pronta ad entrare in uno stato di guerra, ma solo se attaccata. Creighton crede che ciò ha senso se si considerano le esercitazioni pratiche che gli Stati Uniti stanno effettuando sulle isole vicine alla Corea del Nord. Se la Corea del Nord avesse fatto la stessa cosa proprio di fronte alle coste americane, dice Creighton, si sarebbe scatenato l’inferno.

Questa nuova interpretazione delle dichiarazioni inoltre corrisponde con la posizione ufficiale della Corea del Nord che si può dedurre attraverso alcune citazioni che possono essere trovate sul sito ufficiale di alcuni mass media locali. Ad esempio, una dice: “Le forti contromisure della Corea del Nord per difendere la sovranità sono una manifestazione della ferma volontà del suo esercito e del suo popolo di difendere il paese e il socialismo, anche a costo della vita, dall’aggressione delle forze nemiche”. (KCNA)

I leader hanno anche pubblicato un articolo sul KCNA che incita ad un progressivo avvicinamento alla recente espansione americana. Inoltre, un altro articolo mette la Corea del Sud al suo posto dichiarando che le sue azioni stanno rallentando il progresso del Paese. Per come dice Creighton, la Corea del Sud sta ancora provando a spingere verso la riunificazione, che fu molto vicina ad avvenire non molto tempo fa”.

Secondo Creighton, l’AFP sembra aver copiato la citazione dalla North Korean Leadership Watch. Nonostante questo sito dichiari ancora che la dichiarazione provenga da KNCA, non viene fornito un link. In ogni caso viene fatta la seguente dichiarazione:

 “L’organo statale di diffusione di notizie della Corea del Nord ha pubblicato una dichiarazione (tamhawa) il 30 marzo (sabato) da parte “del Governo, dei partiti politici e delle organizzazioni della Repubblica Democratica Popolare di Corea”. Differentemente dalla raffica di dihiarazioni o della maggior parte delle comunicazioni pubblicate e diffuse dagli organi di Stato, la dichiarazione del 30 marzo 2013 è stata emessa sotto il nome di nessuna organizzazione specifica. Non si fa riferimento alla dichiarazione come al lavoro della Commissione di Difesa Nazionale della Corea del Nord, del Comando Supremo del KPA o delle Forze Armate del Popolo dalla comunità di sicurezza nazionale della Corea del Nord”. (NKLeadershipWatch)

Questa dichiarazione non è stata redatta dal Governo della Corea del Nord, ma Creighton non riesce a trovare la fonte originale da nessuna parte sul web. Quando si guarda al contesto, sembra che si stia dichiarando lo stato di guerra prima che Kim Jung Un abbia dato l’ordine di farlo. Comparando questa ad altre dichiarazioni fatte dai partiti ufficiali della Corea del Nord, Creighton ha rilevato uno schema: “[La Corea del Nord] non ha dichiarato guerra al Sud sebbene essi si aspettavano che gli Usa istigassero al conflitto”. Continuano a sottolineare che essi “si difendono” e che non sono gli aggressori.

E allora la dichiarazione che sembra indicare che la Corea del Nord abbia dichiarato guerra alla Corea del Sud e agli USA? Non è nient’altro che una dichiarazione di solidarietà, spiega Creighton. Egli infatti crede che la traduzione “sia il tentativo opportunistico di qualcuno di inventare un racconto e una storia per dare, erroneamente, la colpa della guerra alla Corea del Nord”. Lui lo definisce persino un ricatto.

Siccome le organizzazioni coreane non dichiarerebbero mai guerra senza il permesso del loro leader, Creighton pensa che la traduzione di Ria Novosti sia quella da seguire. Così conclude che la dichiarazione presentata al mondo occidentale sia in realtà sbagliata.

Vuoi leggere l’intera dichiarazione che è stata tradotta male? Clicca qui!

Creighton può avere sia torto che ragione, le sue argomentazioni sembrano plausibili. Rapporti recenti da Pyongyang parlano di “atmosfera calma”, il che sembra strano per un Paese pronto ad iniziare una guerra nucleare con i suoi vicini. Un video rilasciato mostra la gente danzare per strada per commemorare un anno di Governo di Kim Jong Un.



Comunque, le minacce e la retorica politica continuano con la Corea del Nord che sta spostando i missili in luoghi strategici del Paese.

Comunque questa storia dimostra il potere della traduzione. Il potere non solo di promuovere la comunicazione, ma anche una natura potenzialmente distruttiva se le traduzioni sono sbagliate, mal interpretate e poi soprattutto sfruttate. Sebbene quest’esempio venga dal mondo della politica internazionale, si può applicare anche al business, ai servizi pubblici, ai videogiochi, ai media digitali o al marketing. Non solo produrre traduzioni di scarsa qualità può portare a conseguenze tremende, ma se il messaggio sbagliato raggiunge la massima circolazione attraverso i canali mediatici, c’è una dura battaglia da affrontare.

Speriamo che questo aneddoto di traduzione potenzialmente catastrofica non diventi realtà.


Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale NORTH KOREA: COULD A TRANSLATON LEAD TO MISSILES AND NUCLEAR WAR?

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