Wednesday 29 May 2013

ELIA ND MUNICH 2013: FARE AFFARI IN GERMANIA


Al momento mi trovo in Germania  per partecipare alla conferenza Networking Days organizzata dalla European Language Industry Association (ELIA) e che avviene una volta ogni due anni. In quanto membri siamo davvero soddisfatti della ELIA,ddei suoi associati e di cosa fa per il settore della lingua e della traduzione.

Siccome domani terrò un workshop dal titolo “Blogging for Business” ho pensato di sostenere questa iniziativa scrivendo un blog ogni giorno sui miei pensieri e sulle mie scoperte.

Oggi ho partecipato a qualche workshop e a qualche seminario che riguardavano argomenti diversi. Le presentazioni che ho reputato migliori sono state quelle di Luigi Riboldi sull’e-Commerce e di Paul Doherty dal titolo “Was Ist Dach?”. Nonostante entrambe fossero fantastiche ed utili, volevo scrivere qualche parola sulla presentazione di Paul in quanto la trovo molto ultile per molti dei nostri clienti che vedono nella Germania un mercato chiave e di importanza strategica.

Paul, vicepresidente alle vendite per la SDL in Europa, ha fatto un’importante introduzione generale su come si entra nel mercato tedesco e su come si conducono gli affari in questo Paese e mi piacerebbe riportare alcuni dei punti più salienti che lui ha sapientemente sintetizzato per noi.

Capire il mercato tedesco e le “mittelstand” (aziende medio-piccole)

Hai mai sentito nominare alcune di queste marche? Playmobil, Karcher, CLAAS, Viessmann? Molto probabile che tu le abbia incontrate, come è ovviamente capitato anche a me: cosa che però non sapevo era che queste aziende fossero situate in mezzo ai campi nei pressi di paesi molto piccoli. “Pensa a piccoli paesi e a grandi stabilimenti” era il messaggio sottolineato da Paul.


[Lo stabilimento della Playmobil nella periferia di Dietenhofen]

Queste aziende, che in Italia chiameremmo con l’acronimo di PMI (piccole e medie imprese), sono il cuore dell’economia tedesca e devono essere studiate se si vuole entrare nel mercato della Germania. Alcuni dei punti chiave sono:

- Il 95% di queste aziende sono a conduzione familiare
- Sono alla ricerca di rapporti duraturi
- Hanno collegamenti forti con la loro regione e con l’ambiente locale
- Sono orientate sul lungo periodo
- Danno importanza all’innovazione
- Usano modelli finanziari sani
- Sono supportate dal Governo

Quindi la prima lezione riguardava il fatto che queste importanti marche internazionali fossero a conduzione familiare e che sapessero essere allo stesso tempo innovative e conservatrici, con un forte rispetto della tradizione.

Vendere ad Aziende Tedesche

Le aziende tedesche si fondano sulle esportazioni che sono il cuore ed il motore dell’economia europea. Di conseguenza esse  guardano verso l’esterno e sanno vendere il loro prodotto meglio all’estero. Alcuni dei consigli dati da Paul su come vendere alle aziende tedesche includevano:

- Il loro interesse verso il procedimento, la struttura e la tecnologia
- L’importanza data ad un approccio di tipo consultivo
- Il loro interesse nelle statistiche, nelle figure come prova di ciò che si afferma
- La loro preferenza nel comprare a livello locale e da tedeschi
- Il loro conservatorismo
- La loro preoccupazione secondaria nei confronti del prezzo
- La loro fedeltà verso i fornitori
- Il fatto che non prendano decisioni frettolose
- La loro diffidenza verso tecniche di vendita aggressive

Paul ha concluso senza mezzi termini che se vuoi vendere in Germania hai bisogno di una presenza tedesca e di uno staff tedesco che si occupi della vendita.


[Una slide sugli stereotipi sulla Germania]

Business Etiquette in Germania

La presentazione si è conclusa con qualche importante consiglio sull’etichetta e sul protocollo per condurre affari in Germania.

- Essere sempre in orario – la puntualità è cruciale
- Usare il titolo e il cognome – la formalità è il massimo
- Se in dubbio stringere la mano
- Vestirsi in modo formale
- Gli affari e i rapporti personali sono due cose diverse
- Mantenere la giusta distanza
- Dire ciò che si pensa
- Guten Appetit – mangiare, bere ed essere allegri quando se ne presenta l’occasione

Paul ha fornito un aneddoto molto interessante sul mantenere la giusta distanza e sul tenere separati il business dalla vita privata: una volta fece i complimenti ad una collega per il suo naso rifatto pensando che le facesse piacere e il giorno dopo ricevette un appunto nel quale si diceva chiaramente che una tale intrusione nella vita privata di un collega era inappropriata! Adesso, ha detto, tiene semplicemente la bocca chiusa!

Grazie Paul per la tua splendida presentazione!

Se non conoscete l’ELIA o i suoi Networking Days controllate il loro sito internet.


Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale ELIA ND MUNICH 2013: DOING BUSINESS IN GERMANY


Tuesday 28 May 2013

PAROLE INGLESI DI ORIGINE ARABA


Quali parole inglesi hanno un’origine araba? La nostra stagista Zoe, traduttrice dall’arabo all’inglese,  esplora un po’ della storia linguistica chel’inglese e l’arabo hanno in comune.

L’inglese è pieno di parole che provengono da altre lingue. Se da una parte sicuramente saprai che le parole dell’inglese moderno derivano da lingue come il latino e il greco, sapevi anche che ci sono molte parole che provengono dal’arabo? Alcune di queste sono molto usate ogni giorno. Ecco qui un piccolo assaggio delle mie parole preferite che forse non sapevi essere di origine araba.

Le mie 5 parole preferite che vengono dall’arabo:




Quando si parla di Medioriente, una delle ultime cose a cui si pensa è l’alcol (alcohol in inglese), che è in realtà una parola tradotta dall’arabo: “al kohl” (الكحل). In verità questa parola in origine non si riferiva all’alcol che noi oggi conosciamo, infatti “kohl” si riferiva alla cipria, quella usata per truccarsi. Comunque, la parola si è evoluta nel tempo ed è stata collegata in Latino al processo di distillazione del vino , da cui si è sviluppato il significato odierno.



Gli arabi ci hanno anche fornito la parola di un’altra famosa bevanda, quella preferita dai caffeinomani, ossia il caffè (coffee in inglese). La parola araba è “qahwa” (قهوة ): lo Yemen fu il primo grande esportatore di caffè nel XV secolo e si dice che la parola sia nata in questo Paese. La parola fu trasformata in turco in “kahvah” e poi in italiano in caffè. La parola Mocaccino è stata coniata dal nome del porto di Mocha nello Yemen.

E ovviamente, come molti arabi direbbero, il modo di bere il caffè è con molto... zucchero (sugar)! Altra parola che deriva dall’arabo e altra parola che rientra nella categoria cibo e bevande! La parola araba “sukkar” (سكر) deriva dalle coltivazioni estensive di canna da zucchero durante il Medioevo, che sebbene nate in India, divennero (e sono tuttora) una coltura base per molti arabi, specialmente in Egitto (dove lo zucchero viene aggiunto nei succhi di frutta per renderlo più gustoso).

E a proposito di succhi di frutta, uno dei gusti preferiti in Medioriente è quello al limone (lemon), altra parola di origine araba. I limoni furono introdotti nelle aree mediterranee dagli arabi in pieno Medioevo. “Limon” (ليمون) divenne il nome del frutto iniziò ad essere usato insieme alle parole lime e arancia, ”lim” (ليم) and “naranj” (نارنج).

Dunque per evitare un finale amaro, la mia ultima parola, che ancora una volta si riferisce ovviamente al cibo,  è caramella (candy). La parola “qandi” (قندي) è traducibile con zuccherato ed anch’essa deriva dalla produzione di zucchero di canna “qand” (قند) in Medio Oriente: la parola entrò a far parte della lingua inglese nel Basso Medioevo.

Ecco, questa è la mia piccola lezione di storia ed etimologia per oggi! Spero che la troverete utile!

Hai in mente altre parole come queste? Twittaci e facci sapere - @_kwintessential


Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale ENGLISH WORDS THAT TRANSLATE FROM ARABIC

BUSINESS IN GHANA: “NIENTE CIBO PER CHI È PIGRO”


 “Niente cibo per chi è pigro”: è un modo di dire comune ad Accra. In Ghana ci sono molti proverbi che servono ad illustrare i valori dei ghanesi e questo è il primo che ho incontrato oggi, durante il mio primo giorno qui.

Siamo arrivati ad Accra ieri e sono stata immediatamente colpita dall’entusiasmo pan-africano mostrato su grandi cartelloni pubblicitari posti sulle strade principali. Come noi tutti sappiamo, c’è stata una crescente curiosità nei confronti dell’Africa in Occidente (anche da parte di alcuni clienti) ed avendo notato alcune mancanze, come ad esempio scarsità di trainer sul campo, il bisogno di sviluppare abilità e la necessità di un addestramento in generale, abbiamo deciso di investigare la realtà e il potenziale per espandere i nostri servizi da e verso l’Africa. Il Ghana è solitamente definito “L’Africa per i principianti” e perciò abbiamo deciso che questo sarebbe stato il luogo ottimale per iniziare.

Prima di arrivare, abbiamo provato ad organizzare qualche meeting, in quanto abbiamo appreso che i ghanesi preferiscono parlare faccia a faccia e se non c’è la possibilità di un incontro diretto, i tuoi affari non saranno considerati poi molto importanti. Qundi grazie alla UKTI che ha sponsorizzato parte del nostro viaggio, siamo potuti restare ad Accra buona parte della settimana e abbiamo avuto la possibilità di incontrare altre agenzie di traduzione o di training e di capire come funziona il business qui e perciò testare quello che la guida diceva.

Nei prossimi giorni voglio condividere con voi alcune riflessioni sugli aneddoti e sulle impressioni avute a caldo.


[La pesca sulle spiagge di Accra]

Come molte altre società basate sul collettivismo, la cultura ghanese è fondata sui rapporti interpersonali. Una splendida raffigurazione di come ciò avvenga nella vita quotidiana ce l’ha fornita la nostra passeggiata sulle spiagge di Accra durante la quale abbiamo visto come le persone collaborino insieme per lo stesso obiettivo: circa venti tra uomini, donne e bambini, persone di tutte le età, aiutavano i pescatori a trascinare la rete da pesca fuori dal mare. Qui condividere vuol dire avere a cuore (altro proverbio che abbiamo sentito mentre dividevamo una ciotola di fufu e di arachidi con fabbricatori di batterie del luogo) ed avere a cuore non ha prezzo. La cura che le persone hanno avuto nell’indicarci la giusta direzione e gli sforzi fatti per farci sentire a casa sono stati qualcosa che non ho mai trovato da nessun’altra parte.

Ho anche imparato che le persone non possono sottovalutare l’importanza dei saluti, delle strette di mano e delle presentazioni. Si impega molto tempo  in questi convenevoli prima che si inizi a parlare di affari. Inoltre, imparare alcune parole in twi (una delle 46 diverse lingue parlate in Ghana e molto parlata ad Accra) aiuta ad abbattere le barriere e a far sorridere le persone del luogo.

Bisogna menzionare anche la cordialità delle persone, l’energia e lo spirito imprenditoriale. Nonostante l’alto tasso di disoccupazione, è facile da notare un certo ottimismo contagioso ed anche le persone che abbiamo conosciuto oggi, che non hanno frequentato l’università o che comunque non hanno ricevuto alcuna istruzione dopo i 10 anni, conoscono l’importanza dello sviluppo delle abilità e del duro lavoro... perché come dicono qui: niente cibo per chi è pigro.


Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale BUSINESS IN GHANA: “THERE’S NO FOOD FOR A LAZY MAN”

Monday 13 May 2013

COME DIRE ED USARE IL “NO” IN ARABO



Vuoi fare un viaggio in un Paese arabo? Vuoi imparare qualche frase in arabo? “No” è una delle parole di importanza cruciale che hai bisogno di conoscere. La traduttrice inglese, che lavora con l’arabo, Zoe Trunks spiega il perché.

La parola “No”, per quanto piccola e poco appariscente, è una delle parole base che chiunque studia una lingua inevitabilmente impara. In arabo non è diverso. La parola per “No” è “La”, ma conoscere semplicemente queste due lettere non è sufficiente, in quanto anche se in superficie può sembrare una parola di base, è in realtà la parola più importante e che userai con più frequenza tra quelle del tuo repertorio arabo.

Come usare la parola “La” è una delle cose base che avrai bisogno di conoscere sia se vai in vacanza, sia se passi un periodo più lungo in un Paese arabo.

Avendo vissuto al Cairo negli ultimi sei mesi per studiare la traduzione dall’arabo, posso dire in tutta onestà che questa è la parola che ho piu spesso usato. La vita in una città o in un paese araboè ben lontana dalla vita inglese e ogni giorno nonostante tu svolga tante piccole azioni che sembrano familiari e normali, come andare a fare shopping o prendere un taxi, esse risultano completamente diverse. È qui che quelle due lettere prendono vita.



Molte persone usando la parola No, anche con frequenza, la utilizzano con prudenza e attenzione per evitare di risultare scortesi (a meno che questo non sia l’effetto desiderato). Quando devi rispondere ad una domanda che implichi un sì o un no, domande come “Hai bisogno di un taxi?” o “Vuoi entrare nel mio negozio?” sembrano quasi un bombardamento e così l’uso costante della risposta “la shukran” (no grazie) trasforma questa breve e cortese risposta nella frase più lunga che ti sembra di aver mai pronunciato.  Più il caldo aumenta, più tu ti surriscaldi e quindi “la” diventa la parola più lunga che riesci mettere insieme.

Fin qui tutto bene, dirai, ma “Come si usa propriamente la parola “La”? Bene, la prima cosa da fare in certe situazioni è evitare il contatto visivo e continuare a camminare nella tua direzione e fare ciò che stai facendo, poi la cosa più importante è essere convincente e diretto e così un netto e determinato “La!” sarà efficace: in caso di dubbio poi puoi sempre ripeterlo!

Questo potrebbe sembrare ridicolo, ma credetemi, questa parola renderà la tua vita più facile e ti farà sentire come una persona del posto! E come per le offese, quelli che ti continuano ad invitare nei loro negozi o ti chiedono di prendere il loro taxi ci passeranno sopra e chiederanno alla prossima persona.



Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale HOW TO SAY AND USE NO IN ARABIC

Friday 10 May 2013

IL TRONO DI SPADE: L’INVENZIONE DELLA LINGUA DOTHRAKI E DELL'ALTO VALYRIANO PER LA TV



Come si inventa una lingua? Molti l’hanno fatto per la tv e per il cinema in passato, si pensi al Klingon in “Star Trek”, all’Elfico ne “Il Signore degli Anelli” o al Wookie in “Star Wars”. La serie tv “Il Trono di Spade” ha portato una nuova lingua sui nostri teleschermi: il Dothraki.

Uno dei cervelli creatori di questa lingua presente nella popolarissima serie tv “Il Trono di  Spade” è David J. Peterson. Nonostante si sia divertito molto a creare la lingua Dothraki per questo show, è un po’ deluso per la pronuncia nella serie. Secondo un articolo apparso su Vulture, i produttori hanno deciso che la lingua dovesse avere una pronuncia diversa da quella che Peterson aveva in mente. Questo perché il titolo di regina del personaggio Daenerys, detta pertanto “khaleesi” è pronunciato “kalìisii” e non “khàhleisii”, come Peterson avrebbe voluto che fosse. Quest'ultimo è convinto che i produttori abbiano scelto questa pronuncia perché ritenevano che così sarebbe stata maggiormente usata dai telespettatori. E nonostante avessero ragione Peterson ammette di rabbrividire ogni volta che sente la lingua: “Oh Dio! Non è questo il modo in cui dovrebbe suonare. Questo cambiamento di vocali mi infastidisce.”

La parola “khaleesi” non fu coniata da Peterson, ma da George R.R. Martin, autore del libro “Cronache del ghiaccio e del fuoco” da cui la serie è tratta. Comunque i romanzi presentano solo un piccolo numero di parole della lingua in questione. Siccome i produttori della serie volevano un vocabolario più ampio per i personaggi della serie, decisero di chiamare alcuni linguisti per sviluppare tutta la lingua: ovviamente non sono stati chiamati linguisti a caso. Infatti Peterson lavorò per due mesi su questa lingua, durante i quali lavorava dalle 12 alle 14 ore al giorno: “Tutto il mio impegno era favorito dal fatto che al tempo fossi disoccupato”.

Il Dothraki non è la sola lingua inventata presente nel telefilm, infatti c’è anche l’Alto Valyriano, considerato il corrispettivo del Latino del nostro mondo, infatti Peterson crede che questa lingua sia troppo bella! La maggior parte delle frasi in Dothraki e in Alto Valyriano nella serie tv sono pronunciate dall’attrice Emilia Clarke. Per farle pronunciare correttamente le parole, Peterson le fornì dei file audio di lui che parlava. Peterson fu tanto soddisfatto da affermare che parlava l'Alto Valyriano come se fosse la sua lingua madre. Ogni tanto perdeva qualche parola, ma questo può capitare.

Secondo un articolo di Venturebeat, Peterson nell'Alto Valyriano ha potuto anche fare alcuni omaggi, come ad esempio il riferimento piuttosto diretto che c’è nella parola “belmon”. Peterson dice: “Belmon significa “catena”. È un chiaro omaggio al gioco “Castelvania II: Simon’s Quest”. L’eroe si chiama Simon Belmont e nel gioco dà la caccia a Dracula, uccidendo creature demoniache lungo il suo cammino. Il protagonista all’inizio del suo viaggio ha una classica frusta di pelle, che poi diventa una catena con l’avanzare del gioco. “Belmon” può così essere visto come un riferimento a questa catena.


 [Ascolta l'alto valyriano nel video qui sopra]

Sebbene la lingua sia chiaramente una sua creatura, Peterson pensa che la sua creazione sia in mani sicure. In special modo dà credito a Dan Hildebrand, l’attore che interpreta Kraznys. “Tende a non pronunciare molte fricative, ma io considero questa cosa come una variante idiolettale. È molto convincente”. È meno contento invece del montaggio della serie, che alcune volte taglia alcune parole o anche parti di frase: “Cavolo, no! Non puoi tagliare quella parola, è troppo importante!”. Nonostante nessuno possa notare l’omissione di qualche parola, Peterson non vuole queste abbreviazioni. “Troppe persone stanno imparando la lingua. Davvero. Io penso a loro. E qualcuno più in là se ne accorgerà”. A Peterson è stato chiesto anche di tradurre alcuni passaggi del sesto libro del lavoro di Martin. “Prima o poi mi invierà un’email, gli risponderò, dopodiché non avrò più sue notizie” ride Peterson. “È una persona troppo impegnata. Dovrò aspettare la pubblicazione del libro per vedere se avrà usato qualcosa di ciò  gli ho inviato”.

Se hai bisogno di traduzioni dal Dothraki o dall’Alto Valyriano in inglese, abbi un po’ di pazeinza, perché stiamo ancora aggiornando i nostri traduttori!


Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale GAME OF THRONES: INVENTING THE HIGH VALYRIAN LANGUAGE FOR TV

Thursday 9 May 2013

DIFFERENZE CULTURALI NELL’EDUCAZIONE DEI FIGLI




Su questo sito spesso ci concentriamo sulle differenze culturali nelle aziende, ma comunque secondo noi ogni cosa che riguardi la cultura e la comprensione ha un’influenza decisiva su chi siamo e su ciò che facciamo. Solo quando conosci te stesso e sei consapevole dell’ambiente culturale in cui sei stato allevato puoi capire “l’altro”.

In questo ambito ci siamo interessati ad un recente articolo di Nicholas Day, che esplora le differenze culturali che sono alla base di un differente modoche hanno i genitori nel crescere i figli. Secondo Day, l’educazione occidentale è molto orientata verso un’interazione faccia a faccia. Pensiamo che questo tipo di interazione sia cruciale per le fasi successive della crescita del bambino ed è alla base dell’essere un buon genitore.

Comunque, molti bambini nel mondo sono educati senza questa interazione faccia a faccia e ciò comunque funziona perfettamente nella loro vita.

Heide Keller, una psicologa tedesca, una volta ha condotto un esperimento dove mostrava un filmato  alle madri tedesche e camerunensi dell’etnia Nso, sui due diversi modi di educare i figli. Sia le madri tedeschi che camerunensi non erano convinte dell’altrui modo di trattare i figli. Le camerunensi pensavano che fosse strano essere così affettuose con i bambini, mentre le tedesche avevano problemi con la distanza mostrata dalle africane verso i propri familiari.

I bambini nso entrano a far parte della comunità sociale camerunense sin dai primi anni. Quando sono educati, si confrontano con l’esterno, rendendo così il loro mondo più grande di quello diadico dei bambini tedeschi. Questo esempio non significa che gli stili educativi siano connessi al livello di sviluppo del Paese. Piuttosto sono correlati alla cultura.

Non solo la visione del mondo è determinata culturalmente, anche ciò che i bambini sentono varia da cultura a cultura. Uno studio che comparava le madri francesi con quelle dell’Africa Occidentale che vivevano in Francia, mostrava che solo il 10% di ciò che le madri francesi diceva al proprio figlio si riferiva a qualcun altro che non fosse il bambino o la madre stessa. Questo è chiaramente correlato alla cultura: mentre le madri francesi preparano i neonati ad una vita dove la comunicazione sociale è spesso in una situazione di uno ad uno, le madri dell’Africa occidentale insegnano ai loro bambini ad interagire in una società comunitaria.

I risultati di questi differenti approcci sono visibili sin da un’età molto giovane in poi; gli infanti tedeschi, ad esempio, sono molto più consapevoli di sé stessi nello specchio di quelli nso della stessa età. Essendo il riconoscimento di sé stessi attraverso lo specchio un modo di misurare l’autoconsapevolezza, questo indica che i bambini tedeschi sono più consapevoli di sé stessi e diventano indipendenti prima delle loro controparti nso.

Quindi la prossima volta pensa alla tua cultura e al tuo modo di vedere il mondo, pensa a come sei stato cresciuto e potresti iniziare a capire perché vedi il mondo nel modo in cui lo vedi. La tua cultura ha un’enorme influenza su di te.

Saresti in grado di condividere qualche esempio di differenze culturali nell’educare i bambini in Paesi o culture diversi? Ci piacerebbe saperne di più...


Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale CULTURAL DIFFERENCES IN RAISING CHILDREN

I SERVIZI DI LOCALIZZAZIONE DEI VIDEOGIOCHI TENGONO IN VITA LE AGENZIE DI TRADUZIONE


Qual è la situazione del mercato della localizzazioned dei giochi? Quali sono le pressioni che subiscono le agenzie di localizzazione e in special modo le agenzie di traduzione che tengono vive l’industria dei videogiochi e della localizzazione? Aaron Lee e la rivista Develop ci offrono un nuovo punto di vista nell’odierno mercato della localizzazione dei giochi.

Secondo Lee, nel suo articolo per Develop, la localizzazione è un processo di cui i normali giocatori non si accorgono se viene fatto in modo accurato. La traduzione gioca un grande ruolo nella localizzazione, ma Lee crede che questa sia “solo la superficie”: per localizzare un gioco con successo, il localizzatore dovrebbe avere una vasta conoscenza della cultura d’arrivo. Comunque, dice Lee, le aziende leader nel settore della localizzazione dei giochi viaggiano su una strada tortuosa.

Poiché  nuove piattaforme sono state immesse sul mercato negli ultimi anni, la domanda per i servizi di localizzazione è cresciuta di molto.

Inoltre i mercati emergenti, come quello delle nazioni del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), hanno contribuito alla crescita nel mercato. Le aziende devono operare in modo efficiente, in quanto gli editori e i programmatori hanno dimostrato di essere molto prudenti.


Tenere i Costi Bassi...


Secondo Michael Souto, Direttore dello Sviluppo Aziendale alla Localize Direct, è facile individuare cosa i clienti vogliano dalle aziende di localizzazione: “La Santa Trinità è la stessa di sempre: qualità, velocità e costi. La qualità deve essere ottima e il gioco deve essere lanciato il prima possibile, ma il tutto ad un costo accessibile. Dei tre, suggerirei che il costo è probabilmente la priorità”.

L’attuale clima economico ha cambiato un paio di cose nel mercato della localizzazione. Hugh Edwards, direttore della High Score e specialista in voce e dialoghi, dice: “... La recessione ha avuto un forte impatto sulla localizzazione, in quanto molti editori stanno rifiutando di localizzare i dialoghi a favore di testi scritti. Questa è ovviamente una decisione economica ed è anche poco lungimirante nel caso in cui i giocatori degli altri Paesi abbiano meno esperienza di quelli che provengono da Paesi di lingua inglese”. Ora che la crisi finanziaria sembra essersi affievolita, gli editori hanno ricominciato nuovamente a concentrarsi sul proprio pubblico, come dice Edward.

Molti programmatori hanno assunto localizzatori all’interno dell’azienda per ridurre i costi. Ad esempio l’azienda di social gaming Spil Games ha creato oltre 4.000 giochi sia all’interno della sua azienda che tramite partnership. I suoi giochi sono disponibili in 15 lingue e Spil Games dice che 180 milioni di giocatori usufruiscono dei loro giochi ogni mese. I fruitori sono molto diversi e quindi l’azienda si rivolge per prima cosa al team di localizzazione interno all’azienda.

Il capo del servizio della localizzazione e del servizio clienti Laura van Nigtevegt afferma: “Quando si tratta di eseguire una localizzazione di qualità, un team interno può assicurare una localizzazione più veloce e di solito quelli che testano il gioco sono più in contatto con la natura del prodotto e dell’azienda”. Van Nigtevegt crede comunque che la localizzazione interna abbia dei limiti: “Nello specifico, nei periodi di picco, i team interni potrebbero avere problemi di risorse, che possono essere superati attraverso l’outsourcing”.

... e la Qualità Alta


Leel sente che la localizzazione dei giochi è ossessionata dall’avere alta qualità a basso costo. Per il vicepresidente dell’azienda di localizzazione Testronic Labs, Alastair Harsant, la localizzazione dei videogiochi riguarda semplicemente l’offrire al cliente qualità, valore e velocità. Crede che il tutto si basi sul trovare uno staff capace, che possa creare un’infrastruttura che intensifichi la velocità del processo e di conseguenza abbassi i costi: “Ricevere dai programmatori e dagli editori mappe stradali, documenti sul design dei giochi e indicazioni sulle ambizioni del progetto, ci permette di partire col piede giusto. Ci permette di svilppare la migliore strategia globale e di testare i piani, e ci dà uno slancio sin dal primo giorno”.

Souto della Localize Direct, comunque, teme che alcune aziende stiano offrendo “prezzi eccessivamente bassi” solo per ottenere il contratto desiderato. Crede che questo sia uno sviluppo veramente negativo: “Non riesco a capire come si possa fare ciò senza un compromesso sui risultati della traduzione. Spero solo che le aziende investighino sul perché di prezzi così bassi e capiscano che c’è bisogno di un equilibrio tra le traduzioni a bassissimo prezzo e la qualità.


Oltre il FIGS


Un’altra frontiera nel mercato della localizzazione dei videogiochi è che i localizzatori chiedono sempre più di localizzare i contenuti da o verso lingue diverse dal quartetto standard, il cosiddetto FIGS (Francia, Italia, Germania e Spagna). Questo sviluppo può essere in parte attribuito a mercati nuovi ed emergenti, come la Cina e il Medio Oriente, ma le piattaforme mobili precedentemente menzionate, che esistono sugli smartphone e i tablet, hanno reso accessibili i videogiochi a un numero molto maggiore di persone in tutto il mondo. Anna Wojewodzka, Operation Manager alla Universally Speaking, ha visto un incremento importante nella domanda di lingue “esotiche”: “Quanti più giochi sono rilasciati sulle piattaforme mobili, tanto più la quantità di testo nei giochi diminuisce, nonostante il numero di progetti di cui ci occupiamo sia in aumento”. I giochi MMO (Massively Multiplayer Online) spesso comportano la traduzione di decine di migliaia o anche di milioni di parole, il che significa che l’azienda utilizza numerosi team interni per lavorare su un singolo gioco per mesi senza sosta.

Oggi, l’hardware viene continuamente aggiornato, il che pone nuove sfide per le aziende di localizzazione, come dice Lee. Siccome i progetti che riguardano piattaforme mobili  devono essere testati nella loro funzionalità e compatibilità e nuove app sono distribuite ormai giornalmente, c’è bisogno di ricorrere sempre più all’outsourcing per venire incontro ai bisogni dei clienti. Testology ha saggiamente adattato i suoi servizi al mercato delle piattaforme mobili.  Il product manager, Harrison Baker dichiara: “Abbiamo riconosciuto i mercati emergenti per i cellulari e abbiamo iniziato ad investire sui dispositivi mobili qualche anno fa”. Adesso abbiamo 30 dispositivi iOS e quasi 50 Android, ognuno dei quali funziona su diverse versioni OS. Utilizziamo test per le interazioni su più dispositivi per assicurarci la giusta copertura sul mercato”.


A tutto Gas

La domanda per la localizzazione in un numero sempre maggiore di lingue è parte di un fenomeno più grande chiamato “culturalizzazione”.

Se applichiamo questo concetto ad un gioco, il gioco è adattato in modo tale che sia idoneo per un certo ambiente. Secondo Lee, questo avviene per rendere i giochi più appetibili e per cancellare qualsiasi elemento che possa recare offesa agli utenti.


Davide Solbiati, Direttore Esecutivo per la Localizzazione alla Systhesis, crede che la presenza diretta nel mercato di arrivo sia la chiave per una “culturalizzazione” di successo. “Non puoi affidarti semplicemente ad un ufficio centrale e ad una rete di venditori. Hai bisogno di avere il tuo personale in giro per il mondo così da fornire un servizio coerente e standard in tutta la tua azienda”. Van Nigtevegt della Spil crede anche che il motto “una misura si adatta a tutto” non sia più idoneo all’industria della localizzazione.

Se un’azienda di localizzazione collabora con i programmatori sin dai primi passi, questo può condurre ad ottimi risultati. Molti programmatori, comunque, non danno tanto spazio alla localizzazione.

Wojewodzka della Universally Speaking crede che ci sia “bisogno di un servizio senza sosta per completare traduzioni brevi che necessitano di una veloce modifica e siccome questo trend avanza, diventiamo sempre più agili e reattivi quando si tratta di integrare i processi di sviluppo e di non causare ritardi”.

I Cambiamenti Generano Cambiamenti


Lee crede che i clienti stiano richiedendo tempi di modifica più veloci a causa “dell’immediatezza che le piattaforme connesse presentano”. Gli smartphone e i giochi MMO, ad esempio, impongono alle aziende di localizzazione di ampliare i loro scopi e le loro abilità e questo aspetto non comporterà cambiamenti nel breve termine. Testology, ad esempio, sviluppa l’80% dei suoi affari tramite i cellulari, il web e i progetti sociali. Baker dice: “La nostra industria si occupa di evoluzione e l’accessibilità a queste piattaforme – sia per i programmatori che per i consumatori – significa che l’adattabilità dei servizi è cruciale. Questo significa inevitabilmente  che le dimensioni del progetto e il budget sono più piccoli e che influenza la garanzia di qualità richiesta”. Comunque, crede che questo non significhi che le aziende debbano compromettere la qualità.



Le Nostre Labbra Sono Sigillate, O Forse No?


È chiaro che le aziende di localizzazione che operano nel mercato odierno debbano confrontarsi con un mercato nuovo, nuove piattaforme ed editori esigenti. Per molti anni, a chiunque fosse coinvolto nell’industria dei videogiochi veniva chiesto di tenere la bocca chiusa sui progetti in sviluppo, molto più di quanto non fosse richiesto a quelli nell’industria cinematografica. Comunque, oggigiorno, molte persone in quest’industria credono che il settore dovrebbe abbassare un po’ la guardia.

Potremmo non sapere mai cosa bolle nella pentola dei programmatori di videogiochi, ma è giusto dire che la domanda per i servizi di localizzazione non è mai stata alta quanto oggi. Wojewodzka dice: “Con molti clienti che utilizzano più piattaforme, riceviamo più richieste di un maggiore rigore nei test, ma anche un miglioramento della giocabilità e del punto di vista dell’utente. La aziende hanno bisogno di conoscere molto di più ciò che fanno i giocatori. Finché la nostra attività resta equilibrata, restiamo competitivi e sani”.


Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale VIDEO GAME LOCALIZATION SERVICES KEEP TRANSLATION COMPANIES ON THEIR TOES


Wednesday 8 May 2013

PROBLEMI PER I SERVIZI PUBBLICI DI TRADUZIONE IN INGHILTERRA



I consigli e i comitati inglesi sprecano il tuo tempo e il tuo denaro utilizzando servizi di interpretariato e di traduzione per comunicare con i cittadini. Se la decisione spettasse al Segretario del Governo e delle Comunità Locali, Eric Pickles, questa pratica terminerebbe domani, se non addirittura oggi!

L’obiezione maggiore che Pickles fa a tale pratica è il fatto che costituisca un “metodo molto costoso e mediocre di utilizzo dei soldi dei cittadini”. Secondo il Telegraph, Eric Pickles ha detto alla Camera dei Comuni che teme che la ragione che si cela dietro l’utilizzo dei servizi di traduzione siano i diritti umani e le leggi sull’uguaglianza. Inoltre è convinto che le traduzioni non aiutino ad unire le comunità, ma piuttosto a dividerle.

Alcune ricerche hanno mostrato che i consigli locali ogni anno spendono quasi 20 milioni di sterline per le traduzioni di documenti. Pickles crede che questo sia un ammontare assurdo e pertanto ha pubblicato una dichiarazione ministeriale scritta che insiste affinché i consigli interrompano le traduzioni.

 “Alcune autorità locali traducono una gamma di documenti e di altri materiali nelle lingue parlate dai loro cittadini e forniscono servizi di interpretariato. Nonostante possano esserci alcune circostanze in cui ciò sia assolutamente necessario, ad esempio in situazioni di emergenza, sono convinto che tali servizi siano in molti casi forniti senza alcuna necessità...”, dichiara Pickles.

Per dare un esempio estremo, il Consiglio del Distretto di Borough ha pagato oltre 600 sterline per tradurre le 12 pagine della rivista Homelink in Urdu, dopo che un cittadino si era lamentato, perché non capiva l’inglese. Si rivolge anche al Consiglio di Southwark che fornisce servizi di traduzione gratuiti in oltre 70 lingue diverse.

Secondo Pickles, alcuni di questi servizi di traduzione hanno un impatto involontariamente negativo sull’integrazione, in quanto riducono l’incentivo di alcune comunità di immigrati ad imparare l’inglese e sono inutilmente dispendiosi in quanto molti membri di queste comunità parlano e capiscono l’inglese”. Nonostante ammetta che ci sia il bisogno di seguire le leggi sull’uguaglianza, non è un “dovere legale” tradurre determinati documenti.

Pickles crede che il fatto di non tradurre certi documenti, incoraggerà gli immigrati ad imparare l’inglese.

 “Fermare l’utilizzo automatico dei servizi di traduzione ed interpretariato in lingue straniere incentiverà ulteriormente  tutte le comunità di immigrati ad imparare l’inglese, cosa che è fondamentale per farsi strada nella società britannica. Inoltre questo aiuterà in Consigli a risparmiare molti soldi, in un momento in cui ogni parte del settore pubblico ha bisogno di fare del suo meglio per risanare i debiti lasciati dalle amministrazioni precedenti”.

E tu cosa ne pensi? Secondo te i servizi di traduzione utilizzati dalla pubblica amministrazione sono uno spreco di denaro? Dovremmo smettere completamente di tradurre le informazioni per i residenti in Gran Bretagna per il solo fatto che vivono qui e che dovrebbero parlare la lingua? O dovremmo semplicemente essere un po’ più accorti in ciò che traduciamo, in come lo traduciamo e quando lo traduciamo?


Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale UK PUBLIC SECTOR TRANSLATION SERVICES IN A PICKLE

Tuesday 7 May 2013

TRADUZIONE E INTERPRETARIATO: L’EREDITÀ DEL TPIY A L’AIA



Nonostante il lavoro del Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia (TPIY) sia quasi terminato, esso può ancora insegnare agli altri tribunali penali un paio di cose sulla traduzione e l’interpretariato.

Secondo l’Economist, il lavoro al Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia a L’Aia, sta lentamente avviandosi alla fine. Dal 2004, il tribunale non ha incriminato una sola persona e al momento, solo 3 su 161 casi sono in corso di giudizio. Con tutto il tempo a disposizione, il tribunale sta iniziando adesso a valutare l’eredità che esso si lascerà alle spalle.


 [Karadzic inizia il suo discorso di difesa al TPIY, a L’Aia]


Un’eredità riguarda sicuramente la lingua, la traduzione e l’interpretariato.

Qualsiasi tribunale internazionale deve avere a che fare con la traduzione e l’interpretariato e quindi con la velocità in cui questi devono aver luogo. Il TPIY è più veloce del suo successore, la Corte Criminale Internazionale. Questo è dovuto in gran parte al fatto che il TPIY si occupa di una singola regione linguistica. Ci sono solo tre maggiori lingue di lavoro: l’inglese e il francese, che sono le lingue ufficiali delle Nazioni Unite, e il “BCS” (bosniaco/croato/serbo).

Le sfide poste da queste diverse lingue sono molto più difficili di quanto possano sembrare a prima vista. Il gruppo viene solitamente diviso in serbo-croato e bosniaco, anche se a volte si può fare una differenziazione tra tutte e tre le lingue. Il croato e il bosniaco si servono dell’alfabeto latino, mentre il serbo usa il cirilico. Inoltre, tutte e tre le lingue hanno dei dialetti, che non sono delimitati con precisione all’interno delle nazioni. Inoltre ognuna delle tre le lingue può essere capita dai parlanti delle altre due. Nonostante la Jugoslavia si sia divisa in tanti Paesi e i nazionalisti tendano ad enfatizzarne le differenze, per il tribunale esse fanno tutte parte del BCS.

Di conseguenza, il PSIY può fornire velocemente ai suoi dipendenti, imputati e testimoni un servizio di interpretariato di alta qualità. Questi servizi di traduzione sono così buoni che nell’aula di giustizia sembra quasi che il dialogo avvenga in una sola lingua. Il BCS rappresenta tre lingue di tipo SVO (soggetto – verbo – oggetto), il che le rende facilmente traducibili in inglese.

Nel 2006 il Tribunale ha introdotto anche un sistema di gestione elettronico, E-court, che permette di proiettare sugli schermi dell’aula una trascrizione live dall’inglese al francese . In questo modo, le parti possono  impugnare la traduzione, il che può essere cruciale per il caso. Per assicurare l’accuratezza, la traduzione dei testimoni che non sono in inglese o francese devono essere mantenute in queste lingue. E-court permette anche ai testimoni di restare dove sono ed inviare la loro testimonianza tramite video. La traduzione simultanea in tal caso occorre a distanza.

Un altro vantaggio che il PSIY ha sugli altri tribunali è che non si occupa di alfabeti molto diversi dal nostro, come quello arabo, che spesso crea diversi problemi agli avvocati occidentali che devono leggere molti pagine manoscritte in arabo.

Solo il tempo dirà quale sarà l’eredità del PSIY, ma una cosa è certamente vera: il tribunale ha gestito il problema della lingua molto bene.


Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale TRANSLATION AND INTERPRETING: LEGACY OF THE ICTY, HAGUE

PIANI DI ESPANSIONE ONLINE? FAI LE TUE RICERCHE DI MERCATO!



Vendi al dettaglio o fai export a livello internazionale? Se vuoi che la tua azienda si affacci verso nuovi mercati, dovresti riflettere un momento per capire se questi mercati saranno non solo di supporto alle tue vendite, ma creeranno anche profitti a lungo termine. Fai ricerche di mercato!

Sempre più aziende stanno cercando nuovi clienti oltre i propri confini nazionali. Nel suo articolo “How to Get Serious About International Trade” (Internet Retailer January 2013), Chloe Rigby evidenzia le trappole per i rivenditori che stanno progettando di portare i loro prodotti all’estero.

Molti rivenditori si sono sentiti incoraggiati ad inserirsi nei nuovi mercati dopo le storie di successo di molte aziende inglesi come l’ASOS o il sito di ciclismo Wiggle, che hanno acquisito una stabile posizione internazionale. Comunque, il fondatore di eCommerce Michael Ross, suggerisce alle aziende di pensare al perché vogliono espandersi, prima di gettarsi in un mercato online straniero.

Un approccio al contrario può essere davvero attraente, ma se un nuovo mercato non viene studiato appropriatamente, i profitti possono diminuire con velocità, a causa di difficoltà logistiche o alti tassi di frode. “Credo che tu voglia ricevere sempre meno sorprese negatve e più ricerche farai, meno soprprese riceverai”, dice Niraj Shah, amministratore delegato dele sito americano di articoli per la casa Wayfair.

Le aziende dovrebbe fare bene i compiti prima di portare le proprie attività all’estero.



Secondo Rigby, questo significa anche che dovrebbero farsi domande più specifiche, come ad esempio: “I clienti nel Paese in questione vogliono comprare questi prodotti? E possiamo permetterci i prodotti in quantità sufficiente per rendere gli investimenti adeguati?”

La summenzionata Wayfair ha appena fatto ciò e ha costruito un business internazionale di successo. Oltre agli Stati Uniti, l’azienda sta vendendo in altri quattro Paesi: Canada, Regno Unito, Germania e Australia. Shah suggerisce ai rivenditori di dare priorità alla scelta nei nuovi mercati: “C’è qualche altra cosa a cui abbiamo capito che bisogna dare molta importanza, ossia fare ciò che i clienti si aspettano dalle consegne e dalla logistica”. Wayfair dà anche uno sguardo ai fornitori disponibili, in quanto la spedizione di prodotti dagli Stati Uniti necessita di molto tempo e denaro. Rigby dice anche che le aziende dovrebbero mettere in conto le tasse locali, i dazi doganali e i problemi del luogo quando si orientano verso un nuovo mercato.

Le Ricerche di Mercato non si fermano nel momento in cui è stato trovato il nuovo perfetto mercato; una volta scelto il mercato, c’è bisogno di investigare per capire il modo migliore per inserirvisi. Rigby crede che un primo passo importante sia aprirsi alle consegne verso il mercato di arrivo. Successivamente, si potrebbe lanciare un sito specifico per quel Paese. Comunque, c’è una strategia che più o meno si trova in mezzo a queste due opzioni, e cioè quella di commerciare i prodotti all’interno di un terzo mercato.

In alcuni Paesi, i clienti in realtà preferiscono comprare prodotti via eBay o Amazon, invece che rivolgersi ai siti ufficiali dei fornitori. Inoltre Andrew McClelland, managing director della IMRG, dice: “Un mercato avrà molte connessioni locali e partnership locali che possono essere sfruttate mentre ci si ambienta e si conosce la concorrenza e i partner maggiori. “Un diverso numero di marche ha utilizzato la strategia del terzo mercato per testare con attenzione le nuove acque, per vedere se i prodotti si rivelano interessanti”. Whittingham aggiunge che altri usano il mercato per “testare  le proprie capacità di supportare un luogo diverso”. Dunque non è una cosa negativa optare per questo approccio!

I rivenditori online dovrebbero anche considerare l’opzione di aprire punti di vendita reali nel Paese al quale mirano. Secondo Tristan Rogers, amministratore delegato alla ConcretePlatform, un’azienda internazionale, dice che il successo all’estero richiederà inevitabilmente centri di distribuzione locale e investimenti in luoghi reali. I negozi sono importanti per i servizi a canali incrociati come ad esempio creare una consapevolezza della marca. Rogers dice: “I venditori online capiranno che a livello culturale la loro azienda è costruita intorno alle vendite nelle strade principali”. Avviando un franchise, le aziende possono dividersi i rischi aprendo negozi reali tra loro e le altre parti. McClelland è d’accordo sull’importanza di aprire negozi sulle strade principali: “Se sei un rivenditore multicanale potresti testare le acque prima con un sito, salvo poi scoprire che la tua marca avrebbe un impatto maggiore facendo coincidere il lancio del tuo sito con l’apertura di un negozio su una strada principale o con un lancio offline”.



Come probabilmente saprai già, la localizzazione gioca un ruolo importante nel successo oltremare della tua azienda – ma Whittingham crede che la localizzazione abbia bisogni differenti per ogni Paese. In Francia, ad esempio, “un sito deve apparire il più locale possibile”, mentre i Paesi scandinavi sono usati per comprare dai rivenditori stranieri e il bisogno di localizzazione è così minore.





Localizzare non significa semplicemente tradurre il sito della tua agenzia in un’altra lingua, ma anche offrire i metodi di pagamento locale preferiti, ad esempio. Inoltre, anche il servizio clienti locale è molto importante, in quanto essendo la spedizione oltremare costosa, i clienti preferiscono avere informazioni nella loro lingua.

Rigby conclude il suo articolo affermando di nuovo che i rivenditori dovrebbero pensare prima di agire: espandersi verso mercati stranieri dovrebbe avere un significato aziendale.  Questo non si può misurare solo attraverso il giro di affari: Rigby cita Whittingham che dice che “l’unità di misura assoluta è la redditività”. In più, ogni mercato dovrebbe essere misurato sulla base del proprio successo. Ross: “Bisogna tenere in considerazione le tue promesse di consegna,  la frequenza d’acquisto dei tuoi clienti, il tasso di abbandono. Bisogna misurare questi parametri in relazione al mercato, così che possa suggerirti se le performance sono quelle che tu vuoi che siano”.


Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale ONLINE EXPANSION PLANS? DO YOUR MARKET RESEARCH!

Wednesday 1 May 2013

I RIBELLI DEL CALCIO – GIOCARE PER LA PACE E LA MULTICULTURALITÀ


A cosa pensi quando senti la parola “calcio”? Alla Coppa del Mondo? Alla Champions’ League? Ai tifosi sulle tribune? Al business? Ai soldi? Alla violenza? La leggenda del calcio Erik Cantona vorrebbe che ci pensassimo un attimo in più...

Il programma di al-Jazeera, I Ribelli del Calcio (“Football Rebels”) presentato da Cantona, offre una differente prospettiva, riportando alla mente un insieme diverso di sfumature per la parola calcio. Quanto spesso pensi al fatto che i calciatori siano promotori della pace e ambasciatori culturali?

Il programma presenta le storie di cinque eroici calciatori che hanno equiparato la parola calcio a valori come la pace e l’unità, e hanno mostrato come il calcio possa riscoprire l’idealismo ed inseguire una causa nobile. In questo articolo ne presentiamo due.

Una di queste avvincenti storie è quella di Didier Drogba, che ha agito per il suo Paese, la Costa d’Avorio, e per le sue persone per renderle unite durante la guerra civile.


Drogba ha vissuto ad Abidjan, la capitale della Costa d’Avorio, fino al suo quinto compleanno, dopo il quale la sua famiglia si trasferì in Francia. I suoi genitori erano originari della campagna ivoriana e fanno parte dell’etnia dei Bété. La Costa d’Avorio, come molti altri Paesi africani è divisa in diversi gruppi etnici che vivono in aree diverse del Paese; come la storia ci ha dimostrato, ci sono sin troppo spesso conflitti etnici, che possono sfociare in guerre civili e il voto dato ai candidati politici si basa semplicemente sulle loro origini etniche.

Grazie al suo trasferimento in Francia, Didier non fu coinvolto in questi conflitti etnici, diventando poi una persona davvero biculturale, cosa che lo aiutò a trovare il giusto equilibrio tra l’essere un Bété ed essere un ivoriano. Alla fin fine, era prima di tutto un ivoriano e questo gli permise di avere una visione obiettiva.

Nel 2007, mentre il suo Paese era dilaniato dalla guerra civile, Drogba chiese al Presidente di andare con lui nella capitale della parte ribelle per presentare il Golden Boot a lui recentemente conferito. All’inizio il Presidente rimase scioccato, ma poi accettò. Decisero dunque di organizzare una partita della nazionale in uno stadio abbandonato per permettere alla gente di vedere la sua squadra giocare dal vivo.

Questa partita ha fatto la storia. Si dice che essa rappresentò il primo vero atto di pace, perché le persone capirono di tifare tutte per lo stesso Paese. I titoli echeggiarono e celebrarono il potere unificatore della partita: “5 gol per cancellare 5 anni di guerra”.

Era chiaro che i politici avessero fallito e che le persone avessero bisogno di guardare da qualche altra parte per sperare e quindi ascoltarono l’appello di pace e di unità di Drogba.

Un’altra storia è quella di Predrag Pasic, nato nel 1958 e cresciuto a Sarajevo, che al tempo era considerata una città aperta, diversa e animata che ospitava persone da ogni pare del mondo e dove le quattro maggiori religioni convivevano pacificamente fianco a fianco.


Fu solo quando scoppiò la guerra nel 1991 che le persone iniziarono a pensare che fosse il caso di disfarsi della complessa struttura di questa diversa città.
Fu durante questo brutto periodo che Predrag decise di fondare una scuola calcio nella Sarajevo presa d’assedio.

Pasic era deciso ad offrire ai giovani un posto dove andare al di fuori della città lacerata dalla guerra. Il calcio ebbe un potere davvero distraente e divenne come una terapia per questi ragazzi. Nemmeno uno di loro fu ferito nel tragitto verso o dallo stadio.

Entrambe le storie sono davvero interessanti e mostrano come il calcio riguardi anche le buone intenzioni e la trasmissione di valori come la verità, la giustizia, la cortesia e il rispetto.

 “Il calcio è più che l’oppio delle persone. Ha a che fare con le buone intenzioni, con la nobiltà d’animo... Quando il tuo Paese è in guerra, i tuoi amici si stanno uccidendo l’uno con l’altro e ai bambini sono dati fucili piuttosto che palloni, fa’ in modo che tutto il mondo possa amirarti! Agisci”. Eric Cantona 

Per concludere, vorrei condividere l’analogia di Pasic che suona sempre vera:

Il mondo è come una grande palla colorata, viviamo insieme e giochiamo insieme...


Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale FOOTBALL REBELS - PLAYING FOR PEACE AND MULTICULTURALISM

L’APP DELLA SAMSUNG PER SMARTPHONE CHE TRADUCE LE CONVERSAZIONI IN TEMPO REALE



Un traduttore del linguaggio parlato in tempo reale? Un po’ troppo alla Star Trek secondo te? Ripensaci! Il mese prossimo, la Samsung darà vita a quella che finora era solo finzione scientifica attraverso l’industria degli smartphone: una traduzione vocale in tempo reale e per giunta con un senso!

In un articolo su InfoWorld, Stepghe Lawson spiega tutto ciò che c’è da sapere sul nuovo Samsung Galaxy S4. Alla fine di maggio, questo telefono sarà venduto in 155 Paesi di tutto il mondo. Lo smartphone avrà anche un’applicazione molto speciale: l’app S-Translator.

Secondo Samsung, quest’app è capace di catturare le parole in una lingua e riprodurle in un’altra. Inoltre, questo avviene alla velocità della conversazione! Per il primo lancio, saranno supportate dieci diverse lingue.



I programmatori del software stanno lavorando su un dispositivo che traduca le conversazioni in tempo reale da anni. Nel 2008, il gigante della rete Cisco aveva già promesso un sistema di traduzione che sarebbe terminato nel 2009, ma ha dovuto rimangiarsi le promesse fatte quando si è accorto che realizzare un tale sistema era molto più difficile del previsto.

S-Translator potrebbe rappresentare un grande balzo in avanti, ma secondo i ricercatori, la tecnologia non è ancora capace di dare un punto di svolta completo alle barriere linguistiche. Le lingue sono semplicemente troppo complesse per questo. L’analista di Opus Research, Dan Miller afferma: “Anche se gli esseri umani lo fanno, la traduzione in tempo reale resta ancora molto complicata e non penso che siamo giunti ad un punto di svolta”.

S-Translator sarà capace di tradurre messaggi di testo, email e messaggi vocali, ma il suo fascino più grande risiede nello “scenario faccia a faccia”. Al lancio del Galaxy S4, alcuni attori hanno ricostruito una conversazione tra un escursionista americano ed un uomo cinese. L’escursionista poneva la sua frase al cellulare, il quale era capace di recitare la frase in cinese mandarino e viceversa la frase dell’uomo cinese veniva convertita in inglese.


Sviluppare un sistema capace di tradurre le conversazioni è molto difficile in quanto coinvolge tre processi differenti. Ananth Sankar, ingegnere del Gruppo Collaboration and Technology di Cisco, li evidenzia, dicendo che il discorso deve prima essere convertito in testo, le parole poi devono essere tradotte correttamente e infine questa traduzione deve essere convertita nuovamente in discorso parlato. Il problema principale, dice Sanjar, è il modo in cui parliamo alle persone. Nelle conversazioni abbiamo delle pause e delle incertezze, ci correggiamo, ricominciamo la frase da capo, il che significa che noi non parliamo con la stessa scioltezza davanti ad una persona, come invece faremmo davanti ad un pubblico.


Sankar crede che tradurre testi rappresenti una sfida diversa per ogni lingua. Alcune di queste sfide possono essere affrontate quando si confrontano documenti molto grandi che sono stati tradotti da traduttori umani. Comunque, Sankar dice che non sono ancora disponibili tutte le lngue, quindi l’accuratezza delle traduzioni può variare. Secondo lui, la traduzione in tempo reale è abbastanza accurata nei campi del business, della tecnologia, della legge e dell’assistenza per i viaggi. La traduzione e la trascrizione dei discorsi preparati, ad esempio, è accurata al 90%.

Un’altra idea errata sui sistemi di traduzione è che la traduzione può avvenire tra tutte le lingue che il sistema supporta. Questo non è vero: la traduzione è possibile solo tra certe coppie di lingue. S-Translator è capace di tradurre dall’inglese (sia quello americano che britannico) al francese, tedesco, italiano, spagnolo latino-americano, portoghese brasiliano, coreano, cinese mandarino e giapponese. Le ultime tre possono essere anche tradotte tra loro.

Samsung ha creato il suo software di traduzione personale. C’è comunque una limitazione al sistema: c’è bisogno di una connessione a internet ad un server di traduzione online per l’interpretazione in tempo reale. Siccome il sistema offre una soluzione perfetta nel caso di problemi in un Paese straniero, questo potrebbe essere un problema. Dan Miller dice: “Molte aziende non pensano al fatto che avere una connessione a volte può essere molto costoso se non si è sul territorio nazionale”. L’applicazione gratuita Jibbigo è un’eccezione, in quanto richiede un server, ma gli utenti possono comprare i moduli di traduzione anche offline. Anche S-Translator presenta un discreto numero di frasi utili a cui si può accedere offline.

Sia Sankar che Miller credono che il riconoscimento del parlato e la sua traduzione stiano costantemente migliorando.Questo ha a che fare in parte con il fatto che il software attuale “migliora” le sue abilità traduttive grazie ad ogni traduzione che esegue. Secondo Sankar, Cisco crede persino alla possibilità in futuro di tradurre le videoconferenze in tempo reale. Aggiunge però che ci sono delle limitazioni a ciò: ci potrebbe essere bisogno di discussioni formali e preparate tra due parlanti. Sankar dice: “Qui a Cisco crediamo che arriverà il giorno in cui potremo avere una web conference con qualcuno dall’altra parte del mondo, che parla un’altra lingua, con uno stile conversazionale molto naturale e fluente”. L’unico lato negativo di ciò? Ci vorranno ancora 5/10 anni perché questo giorno arrivi.

I dispositivi di traduzione in tempo reale potrebbero presentare alcuni ostacoli da affrontare prima che raggiungano gli standard richiesti dal pubblico, ma Miller crede che tutto avverrà al tempo giusto: “Devi solo mostrarti paziente e capire che il sistema non è perfetto, ma si migliora costantemente”.

Perché ci interessa ciò? Kwintessential offre traduzioni per i settori delle Telecomunicazioni e della Tecnologia; le innovazini nel settore della traduzione comportanto uno sviluppo per noi e per la nostra azienda. I cambiamenti nella tecnologia significano un cambiamento nel modo di porsi delle persone nei confronti della tecnologia per superare le sfide traduttive. Tempi davvero interessanti!


Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale SAMSUNG'S REAL TIME SPEECH TRANSLATION APP FOR SMARTPHONES

ASSUMERE PROFESSIONISTI MULTILINGUI E BILINGUI È VITALE




Aziende, fate attenzione! Gli impiegati multilingui e bilingui potrebbero rivelarsi fondamentali quando bisogna tradurre documenti stranieri, ma ci sono molti altri benefici che puoi ottenere promuovendo e creando lavori per persone che parlano più lingue.

In un articolo del Financial Times, Andrew Hill sottolinea quanto sia importante per le aziende assumere uno staff multilingue. Molte persone multilingui e bilingui comunque non sono consapevoli del loro potenziale sul mercato del lavoro. Hill cita il caso di Antonella Sorace, italiana, professoressa all’Università di Edinburgh, la quale quando visitò la Banca Centrale Europea a Francoforte scoprì che gli impiegati della banca erano preoccupati di ciò che lei avvertiva, invece, come uno dei maggiori vantaggi. “Avevano molti dubbi sugli effettivi benefici che il multilinguismo potesse apportare ai loro figli, erano preoccupati che non avrebbero imparato a leggere o a scrivere bene, in tutte le lingue a cui sarebbero stati esposti”.

La professoressa crede che gli impiegati non debbano preoccuparsi, siccome le sue ricerche hanno dimostrato che il multilinguismo non solo offre benefici alla comunicazione, ma offre anche vantaggi cognitivi. Il suo conisiglio?

 “Assumere più impiegati multilingui, perché questi impiegati sanno comunicare meglio, avere sensibilità culturale e sono più bravi a cooperare, negoziare e a scendere a compromessi”.

Molte aziende hanno già capito l’importanza di assumere persone con più spiccate delle abilità linguistiche , ad esempio nelle consulenze gestionali McKinsey, sono parlate oltre 130 lingue e gli impiegati che vogliono imparare un’altra lingua possono richiedere una borsa di studio. L’Unilever, inoltre, ha calcolato che circa 80 dei 100 leader più esperti parla due o più lingue.

Le abilità linguistiche sono soprattutto importanti per le aziende internazionali perché così si assicurano che le relazioni aziendali, sia con i fornitori che con i clienti, si svolgano con facilità. Inoltre, una recente discussione portata avanti dal Financial Times ha rivelato che anche i dirigenti e i consulenti pensano di poter trarre profitto in ulteriori modi dal background personale e dalle varie abilità delle persone che conoscono più lingue. Laurence Monnery, codirettore del settore di diversità globale e integrazione presso l’azienda di executive search Egon Zehnder, è d’accordo: “Il multiculturalismo crea leader migliori”.

È stato provato che le persone multilingui e bilingui possono relazionarsi meglio con il punto di vista altrui: questo è perché da un po’ di tempo ci si è resi conto che le persone possono preferire una prospettiva diversa. Quando qualcosa deve essere affrontata con un’attenzione selettiva o quando ci si deve alternare tra più compiti, i bilingui hanno prestazioni migliori rispetto ai monolingui.  La Professoressa Sorace crede che questo sia dovuto al fatto che i bilingui non “spengono” la loro seconda lingua, il che significa che il loro cervello è diventato più adattabile – cosa molto conveniente nel mondo del business al giorno d’oggi.

Nonostante il bilinguismo sia vantaggioso per le abilità comunicative e lavorative, molte aziende si concentrano ancora sui vantaggi pratici che le persone bilingui forniscono. Ad esempio la banca HSBC si concentra sull’assuzione di uno staff multilingue, ma Jorge Aisa Dreyfus, codirettore dell’azienda nel settore dello sviluppo organizzativo, d’apprendimento, del talento, delle risorse, dice che l’azienda sta “probabilmente ponendo troppa attenzione sul fatto che se qualcuno parla ad esempio tedesco, allora può gestire tutti gli affari che riguardano la Germania”.

Molte aziende in Gran Bretagna non sono particolarmente desiderose di promuovere lavori multilingui, siccome il business è portato avanti soprattutto in inglese. Gli accademici temono questo possibile sviluppo, perché significherebbe che i bambini inglesi non studieranno più un’altra lingua a scuola. La Business School di Cardiff, James Foreman-Peck, calcola che investire poco nelle abilità linguistiche costerà all’economia britannica “l’equivalente che va dal 3 al 7% di tasse sull’esportazione britannica”.


Questi problemi non sono solo apparenti nel Regno Unito. Nel 2006, la Commissione Europea ha pubblicato un rapporto che afferma che la Gran Bretagna si è lasciata scappare “una significativa fetta di affari” a causa delle scarse capacità linguistiche. Il rapporto ha indicato che a causa di ciò, l’11% degli SME europei hanno perso un contratto.

I benefici cognitivi del parlare piu di una lingua possono essere avvertiti solo quando gli adulti diventano competenti in una seconda lingua, come dice la Professoressa Sorace. Comunque, se la qualità dell’istruzione linguistica si deteriora, sempre meno persone potranno raggiungere tale competenza.

Le multinazionali sono solitamente più attraenti per le persone multilingui rispetto a piccole aziende, potendo esse assumere impiegati in tutto il mondo. Comunque, le grandi aziende tendono ad essere compiaciute. Tracey Roseborough, direttore generale al Chartered Institute of Personnel and Development, dice di avere vissuto in prima persona i vantaggi del multilinguismo quando ha lavorato per Standard Chartered. Comunque, ha anche notato che le abilità linguistiche nelle grandi aziende americane per cui ha lavorato lasciano molto a desiderare.

Per concludere, la Professoressa Sorace dà alle aziende il consiglio di distruggere il pregiudizio riguardo al bilinguismo e di aiutare gli stranieri ad integrarsi nelle comunità locali. Ciò rappresenterà un grande beneficio per gli impiegati e per le loro famiglie. Ella è soprattutto preoccupata per un sistema d’istruzione scarso, specialmente riguardante il sistema scolastico del Regno Unito, i cui abitanti hanno la peggiore capacità linguistiche di tutta Europa. Continuando su questa strada il risultato sarà una perdita del potenziale britannico e un minore giro d’affari e dunque un cambio di rotta è necessario.


Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale EMPLOYMENT AND JOBS FOR MULTILINGUAL AND BILINGUAL PROFESSIONALS IS VITAL

Tuesday 30 April 2013

COME I SERVIZI DI TRADUZIONE ONLINE STANNO CAMBIANDO LA VITA




Google translate può non essere visto di buon occhio per le sue tutt’altro che fantastiche traduzioni e non utilizzato per niente quando si tratta di traduzioni professionali; ma ti sei mai reso conto di quanto possa fare la differenza nelle vite delle persone? Quanta felicità e speranza può portare?

Secondo il Guardian, Google Translate esegue circa un miliardo di traduzioni al giorno – l’equivalente testuale di un milione di libri! Vengono tradotti un numero infinito di argomenti  e di lingue: dal menù del pranzo scolastico ebreo ai manuali per videogiochi olandesi.

Un’interessante storia sull’uso di Google Translate è quella che riguarda la famiglia Smith.

Questa famiglia ha di recente adottato una ragazzina cinese, Guan Ya. Per comunicare, Guan Ya e la sua nuova famiglia usano quasi solo Google Translate. Niki Smith si accorse di Guan Ya mentre guardava le foto di orfani su internet volendo pregare per loro. Non voleva adottare un altro bambino, ma quando apparse la foto di Guan Ya fu amore a prima vista. “Era diventata già nostra figlia, non c’erano dubbi, dal primo momento in cui l’abbiamo vista”, racconta Niki.

L’adozione di Guan Ya avvenne con non poche difficoltà. Quando Niki la scoprì, aveva quasi 14 anni, età in cui non si può più essere adottati in Cina, inoltre Guan Ya non solo non parlava inglese, ma non parlava per niente, essendo sorda.

Gli Smith affrontarono queste sfide di petto e si fecero strada tra le pile di documenti che dovevano essere compilati per un’adozione internazionale. L’utilizzo di traduttori online per capire il contenuto delle email che continuamente arrivavano, velocizzò il processo. Questi sistemi di traduzione furono utili anche quando Niki ricevette una lettera dalla sua futura figlia. Con l’aiuto di Google Translate, Niki potè decifrare i caratteri cinesi. Questo diede inizio alle loro conversazioni sulla famiglia e la vita. Niki afferma: “I computer e i programmi sono solo strumenti, ma non ho alcun dubbio che questi strumenti ci abbiano avvicinato molto più facilmente”.


 [Niki Smith (sullo sfondo) comunica con sua figlia Guan attraverso i sistemi di traduzione online]


La traduzione automatica esiste circa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando le persone scoprirono le qualità matematiche della crittografia e dei metodi di decifrazione. Nel 1949, lo scienziato Warren Weaver portò avanti l’idea che un teorema potesse essere programmato per decodificare la struttura logica di una lingua. Comunque, 65 anni dopo, la traduzione automatica non è ancora paragonabile a quella umana.

Di recente, il Centro linguistico Matieland ha divulgato una ricerca che compara i documenti tradotti in inglese e la lingua afrikaans da traduttori professionisti e da Google Traslate. I ricercatori ritennero la traduzione automatica “di qualità ancora sotto la media, con la necessità di un post-editing laborioso per raggiungere gli scopi per cui sono prefisse”.

Secondo Jamie Lucero, a capo del progetto di traduzione ed interpretariato al Bellevue College a Washington, la maggior parte delle persone “pensa che si possa inserire qualsiasi cosa in un traduttore automatico e che questo ti restituisca tutto ciò di cui hai bisogno, ma ovviamente non è così”. Lucero pensa che i traduttori umani siano ancora la chiave per traduzioni di alta qualità. Comunque, quando a qualcuno serve solo un messaggio di base, gli strumenti di traduzione possono essere di grande aiuto.

Ci sono diversi livelli qualitativi a seconda del traduttore automatico usato. Gli utenti di Bing Translator credono che questo sistema sia migliore di Google Translate quando si tratta di traduzioni che riguardanno l’high-tech e i software. WorldLingo, in sistema a pagamento che offre sia la traduzione umana che automatica, è consigliato per le persone che ricercano traduzione altamente accurate.

Comunque la comunicazione trae beneficio quasi da tutte le traduzioni. Jennifer Uman, che ha scritto il libro illustrato per bambini “Jemmy Button”, non può che essere d’accordo. Lei e la coautrice del libro, l’italiana Valria Vidali hanno usato google Translate  come mezzo di comunicazione per quasi cinque anni. Crede che il servizio di traduzione online sia migliorato enormemente: “Negli anni Google Translate è migliorato e così anche noi. Ci abbiamo preso la mano e abbiamo imparato ad usarlo, ed esso ha reso possibile la nostra collaborazione”.

Franz Och, il vero guru della traduzione per Google, ha affermato che i prossimi servizi di traduzione che saranno lanciati, includeranno, si spera, le lingue indiane, come il malayalam. Il suo team è composto solo da informatici e programmatori: non ci sono linguisti in questo settore di Google! Invece di usare le persone per studiare i modelli dei testi tradotti, il lavoro viene svolto dagli algoritmi che fanno tutto il lavoro comparando le traduzioni esistenti. Più sono i libri e i documenti disponibili, più accurata è la traduzione. Solo quando si pensa che il sistema sia abbastanza preciso, viene lanciato al pubblico.

Un sistema di traduzione che si concentra sulle lingue indiane è in realtà già stato rilasciato: quando l’Iran visse la crisi elettiva nel 2009, Google immise sul mercato un traduttore persiano che era di fatto un “work in progress”. Allo stesso modo, subito dopo il terremoto ad Haiti nel 2010, Google ha distribuito un traduttore di creolo haitiano. Nonostante questo sistema fosse imperfetto, fu davvero d’aiuto per i lavoratori e i volontari per il loro duro lavoro sull’isola.

Con l’aiuto di Google Translate, Guan Ya e sua madre adottiva possono passeggiare al supermercato e parlare di cosa vogliono per cena, anche se nessuna delle due conosce la lingua dell’altra. Una delle prime cose che Guan Ya ha detto agli Smith è che lei vorrebbe sentire. I dottori americani potrebbero essere in grado di far avverare il suo sogno con apparecchi acustici ed un cocleare impiantato chirurgicamente.

Guan Ya e gli Smith hanno una frase preferita che Google Translate ha tradotto infinite volte per loro: “I love you!”


Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale HOW ONLINE TRANSLATION SERVICES ARE CHANGING LIVES

LEADERSHIP E MANAGEMENT: L’OCCIDENTE STA DISTRUGGENDO LA CULTURA E I VALORI ARABI LOCALI?




L’adozione dei paradigmi di leadership, management e istruzione occidentale ha distrutto gli stili di management nazionale e locale in vari Paesi del mondo? Gli Emirati Arabi Uniti sostengono che tale pratica è malsana e insostenibile perché i princìpi stranieri non possono adattarsi mai al 100% ai bisogni della cultura locale.

Secondo un articolo sul News International, le scuole e le università straniere che si trovano negli EAU non offrono l’insegnamento dell’Islam e/o della cultura araba, ma solo di modelli del pensiero occidentale. Gli accademici ritengono che il risultato di ciò sarà la perdita progressiva dell’indentità nazionale.

In quasi tutti i corsi, gli studenti, a diversi livelli di istruzione sono tempestati da concetti che non si adattano alla loro cultura. La dottoressa Eugenie Samier, Professore Associato di Management e Leadership alla British University di Dubai chiama questo fenomeno “imperialismo intellettuale”. Un suo saggio sull’argomento sarà pubblicato a breve sulla rivista di istruzione Interchange.

La dottoressa Samier afferma: “Insegnare ai cittadini degli Emirati ad essere leader solo secondo i modelli occidentali è secondo me un problema di sicurezza culturale. Non possiamo insegnare ad una generazione di leader come operare solo secondo valori occidentali e secondo norme culturali ed etiche che non gli permettono di relazionarsi con le tradizioni arabe e con l’Islam”.

Dagli anni ’80, il modello di istruzione occidentale è stato considerato superiore ed è stato esportato nei Paesi non occidentali. All’interno della regione del Golfo, esso è stato adottato su larga scala. Questo processo a volte ha implicato che la conoscenza e la sensibilità locale fossero messe da parte o addirittura completamente omesse dai programmi di studio. La dottoressa Samier aggiunge che “ad argomenti come il management e la leadership non viene apportato nessun cambiamento rispetto ai programmi occidentali, quindi il curriculum di questi studenti sarà un curriculum americano, inglese o australiano trapiantato in Medio Oriente”.

In molte di queste università, la storia e la religione, due pilastri del sistema di valori arabo, non possono far parte del programma di studi e infatti quando la dottoressa Samir è diventata professoressa alla British University, le è stato detto di non menzionare argomenti di religione o di politica durante le sue lezioni agli studenti. Lei ha trovato ciò molto difficile: “Come si può insegnare management se non si può parlare di Sha’aria? Il sistema legale è basato su di essa e c’è bisogno che gli studenti la conoscano”. Secondo la dottoressa, gli studenti hanno bisogno di conoscere la loro eredità intellettuale per mettere in atto strategie diverse.

Sia il Governo che i funzionari che si occupano dell’Istruzione hanno richiesto nuove strategie per preservare e promuovere l’identità nazionale. Nel suo saggio sull’istruzione negli EAU pubblicato nel 2011, il dottor Maryam Lootah ha fatto lo stesso. Il Professore Assistente di scienze politiche all’Università degli EAU ha dichiarato: “Se insegno agli studenti valori e cultura occidentali, saranno capaci di adattarsi ad una legislazione differente, quale è quella mediorientale?”.

Eman Salah, studentessa alla Zayed University crede che la risposta a questa domanda sia no. Ella infatti sta terminando le sue ricerche riguardanti i programmi di studio in leadership negli EAU ed afferma che le sue lezioni non comprendono l’etica del lavoro e le strategie di leadership musulmane. Comunque, crede che questi aspetti possano essere incorporati abbastanza facilmente nei curricula delle business school e nei corsi di management. “Attraverso i corsi di leadership islamica potremmo studiare importanti leader musulmani come Sheikh Zayed, il cui comportamento e il cui approccio possono essere emulati”. Lei pensa che collegare esempi locali alla teoria, aumenterebbe anche le possibilità di accesso degli studenti ai programmi internazionali.

La dottoressa Rania Kamla, insegnante di contabilità alla sezione di Dubia della Heriot-Watt University, crede che un singolo modello di istruzione rappresenti un problema globale: “Anche in occidente ci sono sempre meno punti di vista alternativi e pochi modi di fare le cose”. La Heriot-Watt University sta facendo il possibile per modificare questo modello dominante e l’anno prossimo infatti l’università introdurrà un modulo sulla contabilità nell’Islam nel corso di finanza e contabilità.

Secondo il dottor Kamla. L’argomento è stato poco discusso, ma ha bisogno di uno studio maggiore per trovare una soluzione al problema. Per fortuna, la dottoressa Samier ha molti dottorandi che sono interessati alla materia, anche grazie alla sua passione per l’argomento: “Mi assicuro sempre che i miei studenti degli Emirati sappiano che molte delle tradizioni occidentali derivano dalla cultura araba e dall’Isalm. A molti di loro ho anche dato da leggere libri e materiale di autori arabi come testi di riferimento”.


tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale LEADERSHIP AND MANAGEMENT: IS THE WEST KILLING LOCAL ARAB CULTURE AND VALUES?

WEB DESIGN: COME LA TRADUZIONE INFLUENZA LO SVILUPPO DEI SITI




Un problema comune che riscontriamo quando lavoriamo sulla traduzione di siti web o in particolar modo con i web designer è che molti non apprezzano l’espansione o la riduzione di testo all’interno della traduzione e del processo di design. La percezione comunie è che quando si traduce il testo di un sito, esso si adatterà automaticamente allo spazio e al modello del sito esistente. Sfortunatamente le cose non funzionano così.

In questo articolo parleremo di:

* perché il testo è maggiormente espanso o ristretto in traduzione
* come ciò influenza la traduzione dei siti web
* cosa può essere fatto dai web designer per essere flessibili con lo sviluppo

Perché le lingue differiscono per lunghezza?


Le lingue non solo sono diverse per i suoni e le strutture grammaticali, ma anche per la lunghezza. Forse te ne sarai accorto nelle riviste multilingue che si trovano spesso sugli aerei; il contenuto della rivista può essere lo stesso per le due o tre lingue usate, ma lo spazio che prendono spesso è diverso.

Questa caratteristica del linguaggio pone dei problemi alle perstone di ogni parte del mondo – dai designer di siti web ai designer grafici ai localizzatori di social media; chiunque usi regolarmente il computer ha probabilmente notato il contrasto nella lunghezza dei testi in lingue diverse. Proveremo a spiegare questo fenomeno e forniremo qualche consiglio per i web designer, che devono affrontare il problema di includere più lingue in un unico design.



La ragione principale della differente lunghezza è la struttura grammaticale di una lingua.

Le lingue come l’inglese sono analitiche, il che significa che le declinazioni sono molto poco comuni e il genere, le preposizioni e così via devono essere espresse attraverso parole separate. Queste parole occupano spazio già di per sè, e inoltre, cosa più importante, devono essere separate dalla parola alla quale sono collegate, occupando un spazio maggiore. Al contrario, ci sono molte lingue sintetiche che indicano il possesso o il genere all’interno del sostantivo, il che significa che il testo è tendenzialmente più breve. Il turco è un esempio di lingua sintetica, più precisamente agglutinante. Questo significa che elementi come il genere e le preposizioni sono incastrate all’interno del sostantivo. “Dersten”, ad esempio, significa “prima della lezione” (“ders” significa “lezione” e il suffisso “ten” significa “prima”). Come si può ben vedere questo tipo di lingua utilizza molto meno spazio.

Oltre alla posizione degli elementi grammaticali, alcune lingue fanno un grande uso di parole composte, il che influenza la lunghezza delle parole e delle frasi. Se si comparano il tedesco e l’italiano, noterai che il tedesco è meno lungo perché tende ad unire più parole insieme, invece di indicare le relazioni attraverso le preposizioni. Prendi la parola “hondenriem”, che significa guinzaglio del cane.

Non importa da o in quale lingua il testo sia tradotto, la traduzione è generalmente più lunga dell’originale. La ragione di questo è che le traduzioni spesso sono più esplicative dei testi fonte. Senza rendersene conto, gli scrittori spesso incorporano “elementi culturalmente specifici” nei loro testi, ossia elementi che sono perfettamente chiari per il lettore del testo di partenza, ma che probabilmente non hanno alcun significato per il lettore d’arrivo. Questo tipo di parole, come ad esempio “IRA” (Irish Republican Army) o “oliebol” (un dolce olandese mangiato a Capodanno), richiede una spiegazione e di conseguenza più spazio. Spiegare questo tipo di parole o ad esempio stabilire il genere di un oggetto o di una persona, può essere visto come un fenomeno di esplicitazione.

Ci sono due tipi di esplicitazione: volontaria o obbligatoria.

Secondo Ana Frankenberg-Garcia, l’esplicitazione volontaria si ha quando il traduttore si discosta dal testo fonte senza alcuna ragione grammaticale, ma per rendere il testo più semplice da comprendere. Frankenberg-Garcia afferma che questo è uno degli “universali traduttivi” in quanto occorre in ogni coppia di lingue. Fa l’esempio della frase portoghese “Você também gosta dela?” che in inglese diverrebbe “So you like her too?” (Quindi piace anche a te?), nonostante l’avverbio “so” (quindi) non è presente nella frase originale e l’avverbio non è obbligatorio per la grammatica inglese: esso sottolinea semplicemente la relazione tra la frase e quella precedente.

Frankenberg-Garcia afferma inoltre che l’esplicitazione obbligatoria è richiesta dalla grammatica della lingua d’arrivo. Come esempio riporta la frase inglese “Frances liked her doctor” (A Frances piaceva il suo dottore) che in portoghese diventa “Frances gostava dessa médica” (A Frances piaceva la sua dottoressa), in quanto il portoghese ha la necessità grammaticale di spiegare il genere del sostantivo, diversamente dall’inglese in cui il sesso del dottore non è specificato. Per i designer di siti web, la traduzione obbligatoria è la più interessante delle due; i problemi sollevati dalla lunghezza del testo spesso riguardano parole o frasi molto brevi, ci sono poche possibilità che le parole che indicano relazioni tra frasi pongano grandi problemi.

Espansione del Testo: Problemi per i Designer di Siti Web


Per i designer di siti web, creare un sito che possa essere usato in molte lingue diverse è un processo complicato. La diversa lunghezza di ogni testo è un fattore molto importante: se il layout è disegnato per il testo inglese, probabilmente creerà dei problemi in altre lingue.

Per ora, sai che questo è dovuto alla differente lunghezza delle lingue, ma sapevi che più breve è il testo fonte, più espanso sarà in traduzione? E con quale tipo di contesto i designer hanno a che fare? Esatto, poche parole o frasi brevi.  Un esempio appropriato è il tasto “like” (mi piace) di Facebook, che in inglese consta solo di quattro caratteri, mentre in tedesco occupa più del doppio dello spazio (“vind ik leuk”).


Anche questa parola composta crea qualche grattacapo ai designer. Il W3C (World Wide Web Consortium) offre un grande esempio. In inglese “Input processing features” (caratteristiche del processo di input) entra benissimo in due righi se ci sono restrizioni nella larghezza, ma ciò è molto più complicato in tedesco, in quanto la traduzione è “Eingabeverarbeitungsfunktionen”. Il web designer deve così trovare un modo di far entrare questa parola nel layout originale o di trovare un altro luogo per essa.

Oltre alle parole composte trovate in altre lingue europee, anche lingue più esotiche presentano dei problemi, in quanto solitamente occupano più spazio (“desktop” in giapponese diventa “デスクトップ”) in orizzontale o anche in verticale, come ad esempio la scritta thai illustrata qui sotto:



Secondo il W3C, c’è un altro problema oltre alla lunghezza delle parole che deve essere affrontato. In inglese è molto comune abbreviare le parole, spesso per utilizzare meno spazio, ad esempio “esp” è usato al posto di “especially” (specialmente). Comunque questa non è proprio una grande idea quando si crea il design per un sito multilingue. Molte lingue non abbreviano le parole a causa delle caratteristiche della lingua stessa o del fatto che la lingua è così compatta che le abbreviazioni sono virtualmente impossibili.

Flessibilità nel Web Design per la Traduzione


Secondo gli esperti di Localizzazione del W3C, bisogna creare un layout flessibile per assicurarsi che i contenuti nelle varie lingue che saranno incorporati in un sito si adatteranno al layout. Layout a larghezza ed altezza fissi possono andare benissimo per  il testo in inglese, ma non nella traduzione ad esempio in georgiano, approssimativamente il 40-50% più lunga. Se il contenuto e il layout sono separati, questo processo è  molto più facile. In questo modo le caratteristiche del tuo sito come la grandezza dei font e l’altezza delle righe, possono essere alterate a seconda della lingua.

Oltre alla flessibilità, i web designer devono considerare anche l’aggiunta di spazi extra. Facendo così infatti le misure non devono essere estremamente flessibili poiché si tiene conto già in partenza dell’espansione del layout standard. IBM ha pubblicato una tabella che indica quanto spazio extra è necessario per dieci caratteri inglesi, che devono entrare in un dato spazio.

Ed effettivamente questo mostra che minore è il contenuto, maggiore è il relativo spazio extra necessario:



 (Fonte: IBM)

Se sei interessato all’espansione e riduzione del testo nella traduzione, controlla la nostra guida Excel > Guide_to_Text_Expansion_Contraction_Swell_in_Translation.xls.

Essa mostra la differenza percentuale di spazio necessario quando si traduce dall’inglese in un’altra lingua. Non comprende tutte le lingue, ma quelle maggiori.


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Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale WEB DESIGN: HOW TRANSLATION IMPACTS WEBSITE DEVELOPMENT