Tuesday 7 May 2013

TRADUZIONE E INTERPRETARIATO: L’EREDITÀ DEL TPIY A L’AIA



Nonostante il lavoro del Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia (TPIY) sia quasi terminato, esso può ancora insegnare agli altri tribunali penali un paio di cose sulla traduzione e l’interpretariato.

Secondo l’Economist, il lavoro al Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia a L’Aia, sta lentamente avviandosi alla fine. Dal 2004, il tribunale non ha incriminato una sola persona e al momento, solo 3 su 161 casi sono in corso di giudizio. Con tutto il tempo a disposizione, il tribunale sta iniziando adesso a valutare l’eredità che esso si lascerà alle spalle.


 [Karadzic inizia il suo discorso di difesa al TPIY, a L’Aia]


Un’eredità riguarda sicuramente la lingua, la traduzione e l’interpretariato.

Qualsiasi tribunale internazionale deve avere a che fare con la traduzione e l’interpretariato e quindi con la velocità in cui questi devono aver luogo. Il TPIY è più veloce del suo successore, la Corte Criminale Internazionale. Questo è dovuto in gran parte al fatto che il TPIY si occupa di una singola regione linguistica. Ci sono solo tre maggiori lingue di lavoro: l’inglese e il francese, che sono le lingue ufficiali delle Nazioni Unite, e il “BCS” (bosniaco/croato/serbo).

Le sfide poste da queste diverse lingue sono molto più difficili di quanto possano sembrare a prima vista. Il gruppo viene solitamente diviso in serbo-croato e bosniaco, anche se a volte si può fare una differenziazione tra tutte e tre le lingue. Il croato e il bosniaco si servono dell’alfabeto latino, mentre il serbo usa il cirilico. Inoltre, tutte e tre le lingue hanno dei dialetti, che non sono delimitati con precisione all’interno delle nazioni. Inoltre ognuna delle tre le lingue può essere capita dai parlanti delle altre due. Nonostante la Jugoslavia si sia divisa in tanti Paesi e i nazionalisti tendano ad enfatizzarne le differenze, per il tribunale esse fanno tutte parte del BCS.

Di conseguenza, il PSIY può fornire velocemente ai suoi dipendenti, imputati e testimoni un servizio di interpretariato di alta qualità. Questi servizi di traduzione sono così buoni che nell’aula di giustizia sembra quasi che il dialogo avvenga in una sola lingua. Il BCS rappresenta tre lingue di tipo SVO (soggetto – verbo – oggetto), il che le rende facilmente traducibili in inglese.

Nel 2006 il Tribunale ha introdotto anche un sistema di gestione elettronico, E-court, che permette di proiettare sugli schermi dell’aula una trascrizione live dall’inglese al francese . In questo modo, le parti possono  impugnare la traduzione, il che può essere cruciale per il caso. Per assicurare l’accuratezza, la traduzione dei testimoni che non sono in inglese o francese devono essere mantenute in queste lingue. E-court permette anche ai testimoni di restare dove sono ed inviare la loro testimonianza tramite video. La traduzione simultanea in tal caso occorre a distanza.

Un altro vantaggio che il PSIY ha sugli altri tribunali è che non si occupa di alfabeti molto diversi dal nostro, come quello arabo, che spesso crea diversi problemi agli avvocati occidentali che devono leggere molti pagine manoscritte in arabo.

Solo il tempo dirà quale sarà l’eredità del PSIY, ma una cosa è certamente vera: il tribunale ha gestito il problema della lingua molto bene.


Tradotto da Carlo Boccaccino dall'articolo originale TRANSLATION AND INTERPRETING: LEGACY OF THE ICTY, HAGUE

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